Il regista di fama internazionale è tornato nella sua città natale per parlare della sua ultima fatica letteraria
Giuseppe Tornatore, cineasta di fama mondiale, nella giornata di domenica 24 aprile, ha presentato a Bagheria, città che gli ha dato i natali, il suo ultimo libro: “All’epica – C’era una volta la politica”, edito da Gruppo Albatros il filo.
La presentazione del volume è avvenuta nel cortile del Liceo Classico “Francesco Scaduto”, lo stesso istituto dove il regista bagherese, ha conseguito il diploma con il massimo dei voti. L’incontro culturale è stato organizzato dal Liceo Classico cittadino, assieme alla Libreria Interno 95, e le associazioni Bocs, e Scuola Popolare.
All’evento, svolto nel pomeriggio, hanno partecipato i professori Domenico Aiello, e Maurizio Padovano, che conversando con l’autore, hanno esposto i punti salienti dei temi trattati sul libro, incentrati sulla storia del Partito Comunista Italiano, in Sicilia, dove, dal secondo dopoguerra, si è registrata una forte presenza ampiamente diffusa negli anni successivi in maniera capillare.
All’epica: la storia del partito comunista in Sicilia
Domenico Aiello ha voluto ringraziare, innanzitutto il pubblico presente che non ha voluto perdere l’occasione di partecipare all’evento culturale; e davanti ad una platea molto numerosa, il professore ha ritenuto doveroso ricordare l’importanza dell’apertura delle scuole di domenica, per consentire lo svolgimento di attività culturali.
Proseguendo nel suo intervento, Domenico Aiello, ha esposto l’introduzione del libro “All’epica”, che può definirsi a pieno titolo una vera e propria opera corale, dal momento che racchiude una serie di interviste, effettuate diverse anni fa, proprio da Giuseppe Tornatore in persona, a diverse persone militanti del PCI fra contadini, operai, sindacalisti, ed intellettuali, raccogliendo così una notevole mole di testimonianze che raccontano un pezzo importante dell’intera storia italiana: quella del più grande partito comunista presente nei paesi occidentali.
Il Prof. Maurizio Padovano nell’intervento successivo, in linea con il pensiero di Aiello, ha voluto sottolineare che l’ultima fatica letteraria di Giuseppe Tornatore è un libro che si “ascolta”, piuttosto che leggere, proprio perché da “voce” ad una moltitudine di persone, che hanno contribuito nel limite delle loro possibilità a dare “energia” a quell’ideale di libertà in cui credevano fortemente, ma senza identificarsi nella figura dell’eroe tradizionale, il classico “paladino” perfetto che poteva vantare solo virtù e nessuna macchia sul proprio onore, soltanto un coro greco, che agisce all’unisono.
Tornatore ha fatto presente che si tratta di un libro “involontario”, nato senza pretese particolari, e che deve le sue origini ad una serie di ricerche effettuate nei primi anni ‘90, un lavoro minuzioso, svolto, come da prassi per potersi documentare a dovere prima di scrivere una sceneggiatura, o sviluppare un soggetto per un film.
Un lavoro di ricerca, spiega Tornatore, volto ad individuare, soprattutto dei dettagli su determinati avvenimenti dei quali era a già a conoscenza, e che voleva approfondire. Ma la particolarità di una tale ricerca, abbastanza impegnativa, considerando l’ampiezza dell’argomento trattato, risiede nel fatto che non si è seguito uno schema preciso, tutto è stato svolto senza un programma ben definito.
Una scelta ritenuta da Tornatore abbastanza efficace, perché grazie alla particolare forma applicata alla narrazione di numerose testimonianze, è stato possibile dare origine ad un racconto autentico, e reso genuino dall’avere lasciato le “incursioni dialettali” delle persone intervistate, considerate piacevoli da Tornatore, perché manifestano al 100% quella ricchezza umana che risponde alla ricerca della verità; d’altronde cercare di tradurre alcune forme dialettali in italiano, non rende il significato abbastanza esaustivo.
Tornatore ha svelato, inoltre, che parte di quella ricerca è servita per la realizzazione del film “Baaria”, l’indimenticabile omaggio del regista alla sua città: Bagheria.
Il focus sui temi affrontati nel libro è stato fatto in seguito da Domenico Aiello, che ha posto l’attenzione sulla scelta del titolo: “All’epica”; una scelta più che azzeccata, visto che mostra un doppio riferimento; infatti, richiama sia il componimento letterario che narra le gesta di eroi, sia l’espressione dialettale siciliana “all’iabbica”, che significa “all’epoca”.
L’aggiunta del sotto-titolo: “C’era una volta la politica” ha completato poi la forma con il quale il libro si presenta al pubblico: un racconto di ciò che è stato il PCI in un’epoca passata, e di ciò che ha rappresentato per le vecchie generazioni, con le sue lotte per la conquista dei diritti civili, che hanno visto in prima linea operai e contadini, e l’inevitabile quanto doverosa guerra contro l’illegalità, contro quel cancro della società chiamato mafia.
Proprio quest aspetto degli ideali, rende giustizia, secondo l’autore, al titolo del libro: una visione epica in cui si intrecciano vicende umane che fanno emergere il lato migliore di persone semplici, erigendole alla figura di eroi, ricordando, inoltre, la figura del padre, militante del PCI nella sezione di Bagheria e sindacalista dell CGIL.
Tornatore, inoltre, da ampio spazio nel suo libro al ricordo di figure illustre legate al PCI: lo storico e senatore Francesco Renda, il deputato e giornalista Giuseppe Speciale, Luigi Lumia sindaco e dirigente comunista di Villalba, la poetessa Lucia Mezzasalma e tanti altri ancora che si sono prodigati per la conquista dei diritti sociali in Sicilia.
Si tratta di un mondo vissuto da Giuseppe Tornatore sin dall’infanzia, con determinata passione, egli stesso ha fatto il consigliere comunale nelle file del PCI a Bagheria. Quel mondo subì dei cambiamenti epocali segnati dal crollo del muro di Berlino, la disgregazione dell’URSS, il PCI lentamente si è trasformato in un nuovo movimento politico, totalmente diverso da cià che era prima e che rappresentava, c’erano tutti i presupposti per l’idea di un film, che però non è mai stato realizzato, il diniego dei produttori fu abbastanza chiaro: in un periodo troppo condizionato da un “Berlusconismo” imperante, l’eccessiva presenza di bandiere rosse, non avrebbe mai avuto, purtroppo, il successo tanto agognato.
E così quelle interviste rimasero chiuse dentro uno scatolone a lungo, per poi rivivere, adesso, in una raccolta di testimonianze di quella che all’epoca, appunto era la politica per le generazioni passate: passione e tormento, voglia di vincere, di cambiare il mondo, una storia di vittorie e di sconfitte, in cui a momenti di soddisfazione si alternavano attimi interminabili di cocenti delusioni, una vera e propria epopea degna di essere raccontata, soprattutto per onorare il ricordo di persone che hanno creduto fino alla fine in un ideale dei giustizia e di libertà da portare avanti, nonostante le difficoltà di vario genere in un mondo che cambiava troppo in fretta.
La serata si è conclusa con la consueta firma delle copie del libro da parte dell’autore, che non si è sottratto, alle richieste di numerosi presenti di farsi scattare delle foto ricordo assieme, e l’incontro piacevole di amici e conoscenti, lieti di potere dialogare dal vivo con “Peppuccio”, così come è chiamato affettuosamente Giuseppe Tornatore dai suoi concittadini.
Una serata sicuramente da ricordare con immenso piacere, con la stessa intensità d’animo che mostra Bagheria nell’accoglienza di figure valide in grado di fare la differenza; come Giuseppe Tornatore, regista di successo, ha sempre dimostrato.
Nicola Scardina
Fonte notizia
www.newsicily.it all-epica-libro-di-giuseppe-tornatore