La NATO darà i carri armati all’Ucraina: quale rischi corriamo?

               

È arrivato l’annuncio della fornitura di carri armati da combattimento all’Ucraina da parte di determinati Paesi della NATO. Si tratta di un’escalation non nella quantità, ma nel livello di armamenti inviati. Ed è comunque un’escalation e in quanto tale è estremamente pericolosa. Dai mezzi difensivi si è passati ai mercenari, dai razzi si sta passando ai tank. Il prossimo passo saranno i caccia? Di fatto è come dichiarare guerra alla Federazione Russa, ed è proprio la maniera in cui Mosca ha inteso il messaggio. Per l’Italia, come da consuetudine storica, un colpo al cerchio e uno alla botte: aiutare Zelensky sì, ma senza dare armi offensive, pur andandoci vicino. Il governo Meloni infatti ha deciso di mandare i sistemi difensivi terra-aria SAMP/T dotati dei missili Aster 30.

Altri Paesi NATO, invece, manderanno i carri M1 Abrams, Challenger 2, Leopard 2 e Marder. Pare che la quantità complessiva sarà un centinaio, almeno per ora. Bisogna sottolineare un fatto importante. Posto che il loro numero non è molto elevato, l’essere forniti un po’ per volta costituisce un fattore che ne diminuisce l’efficacia. Poche unità non formano un’onda d’urto e possono essere distrutte dalle forze russe con relativa facilità. Certo, possono anche fare molti danni, ma probabilmente non cambieranno gli equilibri sul campo. E allora ecco che è lecito pensare che si tratti solo di una mossa dei governanti occidentali per “mettere le mani avanti” nel caso in cui la Russia vinca. Cioè per non venire poi accusati di non aver contribuito abbastanza allo sforzo bellico. Però l’invio dei tank pesanti è pur sempre un gesto che Mosca interpreta come peggio ancora che provocatorio, come vero ingresso attivo nel conflitto.

È quanto suggerisce Geoffrey Roberts, storico britannico, docente all’Università di Cork e membro della Royal Irish Academy. Secondo lui, la pericolosità della fornitura di carri sta nel suo essere ennesimo “passo incrementale” dell’escalation, e nessuno sa quale passo sarà quello finale che porterà alla rovina. Una guerra per procura di tali dimensioni e di tale evidente significato non si era mai vista dice, dice Roberts. Il suo obiettivo è pressocché stato dichiarato ed è quello di togliere di mezzo la Russia come grande potenza mondiale.

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