La dottoressa María Eugenia Prestofelippo, insieme all'avvocato Héctor Guillermo Sottovia e al professore Pablo Banchio, hanno partecipato al programma di Tik Tok "Bloqueado", dove hanno denunciato le violazioni dei diritti umani subite da oltre 2.700 ex militari argentini detenuti per lunghi periodi senza sentenza definitiva in carceri comuni.
La Prestofelippo è la presidente dell'ONG "Unión de Promociones", incaricata di assistere e comprendere tutti gli ex militari detenuti e le loro famiglie. Banchio è dottore di ricerca in diritti umani in Argentina e, in tale veste, direttore di un dottorato di ricerca in Italia. Sono stati intervistati da Sottovia, autore del libro "Argentina no me olvides", che racconta le sofferenze delle vittime del terrorismo nella nazione sudamericana.
In Argentina, la negazione del diritto di accesso alla giustizia da parte del potere giudiziario è stata un tema ricorrente e controverso. Questo problema si aggrava quando gli argomenti utilizzati per giustificare questa negazione sono ideologici e contrari ai trattati internazionali sui diritti umani che il paese ha ratificato e alla Costituzione Nazionale argentina. Lo Stato ha dato priorità alla frode alla legge e all'impunità sulla giustizia, snaturando i principi fondamentali del diritto penale e dei diritti umani e mantiene in detenzione per motivi politici con cause penali prescritte persone di età avanzata e con problemi di salute.
La situazione ha generato un acceso dibattito nella società argentina. C'è chi sostiene che i detenuti stiano ricevendo un trattamento ingiusto, poiché i ritardi nei processi e le condizioni di detenzione violano i loro diritti umani.
Diverse organizzazioni internazionali, tra cui la Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH), sono state chiamate a intervenire in alcuni casi, per emettere raccomandazioni e osservazioni sulla situazione dei detenuti e del sistema giudiziario argentino per detenzione arbitraria e mancanza di un giusto processo.
Questi tre discendenti di italiani hanno espresso nell'intervista che la situazione dei militari argentini detenuti senza sentenza definitiva è complessa e ha generato un ampio dibattito nel paese. La violazione dei diritti umani, la mancanza di adeguate cure mediche e le precarie condizioni di detenzione sono le principali preoccupazioni. È imperativo che si continuino a indagare i crimini dell'ultimo governo militare e che si celebrino processi giusti e rapidi per rendere giustizia alle vittime e chiudere questo capitolo doloroso della storia argentina. La giustizia deve prevalere sull'impunità e sugli argomenti politici, rispettando i principi fondamentali del diritto penale e dei diritti umani sanciti nella Costituzione Nazionale e nei trattati internazionali ratificati dall'Argentina.