Sono stato mille anime diverse. Nella vita ho fatto cose
meravigliose e discutibili. Non si possono discutere invece gli errori
i fallimenti. Ero scivolato giù nell'abisso, nel mio inferno. Lì,
abbracciai i miei demoni e piangendo sulle loro spalle iniziai a
ricostruire una casa per l'anima. Anni di studio, ricerche, corsi e
seminari mi aiutarono a riemergere. Il Coaching, la Meditazione,
diventarono una specializzazione che mi portò ad avere clienti, fare
sessioni, corsi. Ripetevo a tutti; “Prova a fare ciò che ti rende felice,
come puoi, quando puoi. Trova ciò che ti fa davvero felice e fallo,
senza aspettarti nulla. Fallo per il piacere di farlo e basta!” Queste
parole un po' alla volta, mi portarono indietro nel tempo; ai 13 anni
quando mio Zio mi regalò una chitarra e cominciai a scrivere le
prime canzoni, ai pomeriggi in sala prove con degli amici a
suonare(o a cercare di farlo). Ai primi brani fatti circolare su internet
più di 10 anni fa e poi il silenzio..Ma all'improvviso un giorno,
riprendendo la chitarra in mano ho realizzato di come la musica, la
possibilità di scrivere canzoni, mi aveva sempre aiutato, mi aveva
sempre SALVATO. Ed eccomi qui INSALVO a raccontare un po’ di
cose..Senza aspettative, ne pretese. Ma semplicemente per il
piacere di farlo..Con questa semplicità, in poco più di un anno ho
avuto tantissimi risvolti piacevoli, come gli ascolti su Spotify, la
partecipazione ad un contest “Solisti & Duo” svolto in Veneto
nell’estate appena trascorsa e la bellissima recensione di Rockit
sulla mia canzone “Tutti in fila”
“Nel solco del rock d'autore italiano, libero e senza alcun compromesso possibile.
O è bianco o è nero, non esistono vie di mezzo, non possono esserci, da qualche
tempo ormai non risiedono più qui. Il singolo Tutti in fila trasforma in musica
l'immaginario senza compromessi di INSALVO.
L'inizio della canzone, affidato a un'intro a base di chitarra e voce polifonica, è
piuttosto intimo e riflessivo ma quasi subito il rock comincia ad ingranare le marce
una dopo l'altra.
L'autore si mette di fronte al microfono e così dal testo emergono le contraddizioni, i
paradossi e le distorsioni della televisione e della nostra società contemporanea,
finché il climax del pezzo non sfocia in un flusso di coscienza che prende la forma di
uno spoken music molto espressivo.
In generale l'attitudine del progetto, con le parole che non si fanno problemi a
diventare parolacce se e quando serve, si inserisce nel solco del rock d'autore
italiano, quello capace di raccontarti una storia e trasmetterti un messaggio con un
graffio, magari fino a sbatterti una buona dose di verità in faccia.
Il contesto musicale del brano è lo-fi, per una produzione artistica che con il tempo
potrà essere affinata e perfezionata. Ma per il momento il pezzo è già l'espressione
del modo migliore di far musica: libero.”
