Il miele di fichi rappresenta di certo uno di quei prodotti tipici calabresi prelibati e ricercati (anche se non è poi così difficile reperirlo…..magari sul web), sia per il suo sapore e la sua esclusività così come per la sua versatilità di utilizzo, in cucina: in particolare in pasticceria, nella produzione di torroni, mostaccioli, cartellate….così come si rivela originale anche sui formaggi freschi e sulle carni, in un contraddittorio e comunque gradito contrasto dolce/salato.
Tipico calabrese dicevamo, visto che la sua migliore produzione si ottiene utilizzando come materia prima i fichi freschi dottati del cosentino, che a giusto titolo si possono fregiare di una meritata D.o.p. di tutto rispetto, elaborati in acqua bollente “tirata” sino ad estrarne un succo denso e corposo: si pensi infatti che per ottenerne un vasetto da 200/250 gr circa occorre disporre di almeno un kilo e mezzo di fichi.
Come si vede, quindi, la denominazione di “miele” è assolutamente impropria, posto che in tale prodotto le api non c’entrano assolutamente nulla. Più probabilmente è proprio la “corposità e concentrazione” assunta dal cotto di fichi, realizzato ancora secondo antica ricetta e tradizione consolidata calabrese, che lo assimila in certo modo a quella propria del miele.
Sottolineavamo la sua versatilità d’uso: ed è proprio in estate che questo fantastico nettare può regalare sensazioni al palato uniche e strabiliare “di gusto”. Sulle macedonie di frutta fresca, ad esempio, posto che durante la bella stagione se ne riescono a reperire la maggiori e migliori varietà, rappresentando quindi il periodo ideale e migliore per la preparazione di questo dopo-pasto.

Oppure sul gelato in genere, e tale uso esclusivo deriva da consuetudini del passato, da vaghi ricordi di periodi poveri ma nel contempo ricchi di piccole/grandi soddisfazioni che provenivano da cose insignificanti, di quando ancora le produzioni industriali erano di là da venire…ed i congelatori erano praticamente dei perfetti sconosciuti. Era il tempo in cui gli antichi contadini calabresi, all’arrivo dell’inverno e le prime nevicate, preparavano con la neve fresca delle squisite granite (chiamate scirubetta….con attinenza etimologica dunque col sorbetto di più recente uso) guarnite e condite con il miele di fichi: una vera sciccheria per grandi e piccoli.
E se era una esclusività allora, praticamente su di una base gusto “neutra”, immaginate ai giorni nostri, con le infinite varietà di sapori a disposizione, quali delizie del palato si possono ottenere??!!