L'idea di cadere da un aereo a decine di migliaia di metri di altitudine senza paracadute è l'incubo peggiore di chiunque abbia mai volato. La logica ci dice che una simile caduta è inevitabilmente fatale. Eppure, esiste una storia vera che sfida ogni legge della fisica e della probabilità, un racconto di sopravvivenza così straordinario da entrare nel Guinness dei Primati: quella di Vesna Vulovi?, un'assistente di volo jugoslava che nel 1972 precipitò da un aereo in frantumi a oltre 10.000 metri e, contro ogni previsione, sopravvisse. Preparatevi a un racconto di resilienza umana al limite dell'incredibile.
Un Volo Fatale e una Caduta Impossibile:
Il 26 gennaio 1972, il volo 367 della JAT Yugoslav Airlines decollò da Stoccolma con destinazione Belgrado, con scalo intermedio a Copenaghen. A bordo, tra passeggeri ed equipaggio, c'era Vesna Vulovi?, un'assistente di volo di 22 anni. Mentre l'aereo sorvolava la Cecoslovacchia (l'attuale Repubblica Ceca), una bomba esplose nella sezione anteriore, disintegrando l'aeromobile in volo.
Vesna si trovava nella parte posteriore dell'aereo al momento dell'esplosione. Sbalzata fuori dalla fusoliera in frantumi, precipitò nel vuoto da un'altezza di 10.160 metri (33.330 piedi), una distanza vertiginosa che avrebbe dovuto significare una morte istantanea.
Il Miracolo tra la Neve: Una Sopravvivenza Inesplicabile:
Contrariamente a ogni aspettativa, Vesna Vulovi? sopravvisse alla caduta. Il suo corpo, schiantatosi su un pendio innevato vicino al villaggio di Srbská Kamenice, fu ritrovato da un abitante del luogo, un ex medico di nome Bruno Honke. Le sue condizioni erano gravissime: fratture multiple al cranio, alle gambe e alle vertebre, oltre a diverse lesioni interne. Tuttavia, era viva.
Le Ragioni di un'Improbabile Salvezza:
Come fu possibile una simile sopravvivenza? Diversi fattori potrebbero aver contribuito a questo evento miracoloso:
- La sezione dell'aereo: Vesna si trovava nella parte posteriore dell'aereo, che potrebbe essere rimasta relativamente più integra durante la caduta iniziale, offrendo un minimo di protezione.
- La pressione atmosferica: L'alta quota potrebbe aver rallentato leggermente la velocità di caduta.
- L'impatto sulla neve: Il manto nevoso sul pendio potrebbe aver ammortizzato parzialmente l'impatto.
- L'intervento tempestivo: Il ritrovamento rapido da parte di Bruno Honke e i successivi soccorsi immediati furono cruciali per la sua sopravvivenza.
Tuttavia, nonostante queste possibili spiegazioni, la sua sopravvivenza da una caduta di tale altezza rimane un evento statisticamente impossibile e considerato un vero e proprio miracolo.
Una Lunga Convalescenza e una Vita Dedicata alla Memoria:
Vesna trascorse mesi in ospedale, sottoponendosi a numerose operazioni e a una lunga e difficile riabilitazione. Nonostante le gravi ferite, riuscì a recuperare la capacità di camminare, anche se con difficoltà.
Dopo l'incidente, Vesna divenne una celebrità internazionale, soprannominata "la donna che cadde dal cielo". Nonostante il trauma subito, mantenne un atteggiamento sorprendentemente positivo e dedicò la sua vita a raccontare la sua storia e a promuovere un messaggio di speranza e resilienza. Non ricordava nulla della caduta, soffrendo di amnesia retrograda.