Trasporti internazionali: cosa cambia con l’ultimo DPCM
scritto da: Claudia Marchi | segnala un abuso
Con il nuovo DPCM cambiano le regole di ingresso e uscita dal nostro Paese per tutti gli addetti del settore dei trasporti internazionali.
Non uno stop generale del settore
Quello di cui stiamo parlando non è però un blocco completo al settore. I trasporti internazionali rimangono in essere e non si sono mai fermati. Quello che cambia con l’ultimo Decreto in materia di corona virus sono alcuni formalismi burocratici per imprese e personale che dal nostro Paese si muove verso gli altri dell’Unione Europea, e il contrario.Molti sono infatti i Paesi dell’Unione Europea, e non solo, con cui le nostre aziende e imprese tengono quotidianamente relazioni
commerciali e lavorative. Pensiamo a Paesi esteri Austria, Slovenia,
Francia, solo per citarne alcuni. Sappiamo che i dati più aggiornati sull’andamento
dell’epidemia in corso non sono confortanti, soprattutto per i nostri cugini Oltralpe. È infatti richiesto da alcuni giorni per gli autisti di trasporti
internazionali che entrano in territorio
francese di portare con sé un certificato di viaggio da scaricare sull’apposito
sito governativo.
Diverso ancora il caso di Paesi come l’Austria, dove
la situazione pandemica sembra maggiormente sotto controllo. Qui a chi proviene
dai Paesi europei, tra cui anche l’Italia, non è richiesta alcuna quarantena
preventiva, come invece accade per chi si è recato in un territorio a rischio nei dieci giorni antecedenti.
Limitazioni per alcune regioni italiane
C’è il caso invece di Paesi esteri, come la Slovenia, dove l’ingresso è vietato non agli autisti provenienti da tutto il nostro Paese, ma solo da alcune determinate regioni, considerate maggiormente a rischio. Tra queste compaiono, tra le altre, Campania, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Gli autisti per esempio del settore trasporti internazionali di Parma e Piacenza e di altre specifiche regioni italiane, per poter entrare in Slovenia devono sottoporsi a una quarantena di dieci giorni oppure presentare referto negativo di test effettuati entro e non oltre le 48 ore precedenti.
Cosa cambia per chi entra in Italia?
Gli autisti di imprese straniere che per esigenze di lavoro devono entrare nel nostro Paese possono farlo solo dopo aver redatto un’autodichiarazione che certifichi le reali esigenze lavorative e comunicare inoltre il proprio ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente.
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