Sembra una di quelle storie inventate per far ridere i bambini o per popolare qualche leggenda urbana. E invece è tutto vero: a Bruxelles, verso la fine del XIX secolo, esisteva una linea di trasporto pubblico trainata non da cavalli, ma… da cani. Sì, hai letto bene: veri cani da tiro, impiegati per trascinare piccoli tram attraverso la città. Una realtà oggi quasi dimenticata, ma documentata e sorprendentemente efficiente per l’epoca.
Un tram "leggero" ma reale
Nel 1890, alcune linee tranviarie secondarie di Bruxelles furono affidate a una compagnia che cercava una soluzione economica e agile per coprire tratte brevi e meno trafficate. L’idea, già sperimentata in alcune zone rurali del Belgio e nei Paesi Bassi, era semplice: usare cani addestrati per trainare dei piccoli tram a due ruote, su rotaie leggere e con un solo passeggero alla volta.
Ogni tram era condotto da un solo uomo e tirato da un gruppo di due o tre grossi cani da lavoro, spesso mastini o incroci con cani da slitta. I passeggeri, per lo più donne anziane o bambini, pagavano una cifra simbolica per spostarsi nei quartieri periferici. La velocità? Più o meno quella di un uomo a piedi, ma il servizio era continuo e capillare.
Perché proprio i cani?
La scelta di usare i cani non era dettata da fantasia, ma da pragmatismo. I cavalli erano troppo costosi da mantenere per certe tratte minori, e i primi motori a vapore o elettrici erano ancora troppo ingombranti o costosi per quel tipo di servizio. I cani, invece, richiedevano poco spazio, erano resistenti, sapevano muoversi bene anche nei vicoli stretti, e in Belgio erano già ampiamente impiegati per trainare carretti del pane o del latte.
Una realtà accettata… ma non da tutti
Nonostante fosse perfettamente legale e abbastanza diffuso, il tram a trazione canina fu anche al centro di polemiche. Le società protettrici degli animali, in particolare nel primo Novecento, iniziarono a contestare questa pratica, definendola disumana. I controlli si fecero più frequenti e i regolamenti più stringenti: i cani dovevano essere ben nutriti, non potevano essere impiegati per troppe ore e dovevano essere protetti in caso di pioggia o neve.
Col tempo, la linea perse popolarità e fu infine chiusa nel 1914, complice lo scoppio della Prima guerra mondiale e l’arrivo di tram elettrici anche nelle zone meno centrali. I cani tornarono a fare quello che sapevano fare meglio: aiutare l’uomo, ma in altri modi.
Oggi: solo foto sbiadite e un museo
Di quei tram a quattro zampe restano poche fotografie in bianco e nero, alcune documentazioni negli archivi municipali di Bruxelles, e una copia in miniatura custodita al Musée du Tram della città. Un pezzo bizzarro di storia urbana che oggi fa sorridere, ma che racconta molto sulla creatività – e sui limiti – dell’ingegno umano in cerca di soluzioni alternative.