Oggi il pomodoro è il cuore pulsante della cucina mediterranea, simbolo indiscusso dell’Italia nel mondo. Ma pochi sanno che per oltre due secoli fu considerato… velenoso. Non è una metafora culinaria, ma un autentico fraintendimento storico che ha tenuto lontano questo frutto rosso brillante dalle tavole europee fino a quasi tutto il XVIII secolo.
La scoperta del Nuovo Mondo e il sospetto europeo
Quando gli esploratori spagnoli riportarono i primi pomodori dalle Americhe nel XVI secolo, l’Europa si trovò di fronte a un frutto bellissimo, somigliante a certe bacche ornamentali… e, purtroppo, a piante velenose appartenenti alla famiglia delle Solanacee, come la belladonna e il mandragora. La somiglianza era sufficiente per destare sospetti, soprattutto in un’epoca dominata più da superstizioni che da conoscenze scientifiche.
Il nome stesso contribuiva alla confusione: in inglese, il pomodoro era chiamato “love apple” (mela dell’amore), mentre in Italia si diffondeva l’espressione pomo d’oro, forse per il colore giallognolo delle prime varietà. Ma l’apparenza inganna, e in questo caso portò con sé un equivoco pericoloso.
Il mistero dei piatti di stagno
Una delle cause più concrete di questa reputazione velenosa è legata… alla posateria. L’aristocrazia europea del tempo usava piatti e stoviglie in stagno, una lega che reagiva all’acidità del pomodoro. Quando il frutto veniva servito su tali piatti, l’acido ossidava il metallo, rilasciando piombo che finiva nel cibo. Il risultato? Intossicazioni, malesseri e persino morti attribuite erroneamente al pomodoro.
In realtà non era il frutto a essere tossico, ma le stoviglie! Tuttavia, per secoli la colpa venne data al povero vegetale, alimentando il mito del “pomodoro velenoso” e relegandolo a mera pianta decorativa nei giardini dei nobili.
Chi ha “riabilitato” il pomodoro?
Il cambio di rotta avvenne lentamente. In Italia e Spagna, più aperte all’influenza del Nuovo Mondo, cominciò ad affermarsi l’uso del pomodoro in cucina già nel Seicento, anche se all’inizio solo come condimento e salsa cotta, mai crudo. In Francia e Inghilterra, invece, la diffidenza durò molto più a lungo.
Uno dei momenti chiave fu il lavoro dei cuochi napoletani del XVIII secolo, che lo resero protagonista di preparazioni sempre più popolari. Ma fu solo nell’Ottocento, con la nascita della pizza e della pasta al pomodoro, che il frutto “riabilitato” divenne simbolo gastronomico.