C’è un oggetto che milioni di persone utilizzano ogni giorno senza sapere che la sua origine affonda le radici nella scienza più pura. Il Thermos, fedele compagno di escursioni, gite o semplicemente delle pause caffè in ufficio, è nato da un esperimento scientifico e si è trasformato in uno degli oggetti più influenti del Novecento. Ma chi lo ha inventato e perché?
Tutto comincia nel 1892, quando il fisico e chimico scozzese James Dewar stava lavorando su esperimenti di criogenia, cercando un modo per conservare i gas liquidi a bassissima temperatura. Per farlo, ideò un contenitore composto da due pareti di vetro con un’intercapedine tra di esse dalla quale era stato estratto l’aria: il principio dell’isolamento sottovuoto. Questo sistema impediva il passaggio di calore per conduzione e convezione, mantenendo la temperatura del contenuto interna il più stabile possibile. Era nato il precursore del Thermos, noto allora come “vaso di Dewar”.
Ma Dewar non brevettò mai la sua invenzione per uso commerciale. Fu un vetraio tedesco, Reinhold Burger, a intuire il potenziale dell’oggetto per l’uso domestico. Nel 1904 registrò il brevetto e lo chiamò "Thermos", dal greco "caldo". Il nome diventò così popolare che oggi è usato per indicare qualunque contenitore isolante, anche se tecnicamente si tratta di un marchio registrato.
Una rivoluzione silenziosa nella vita quotidiana
Il Thermos ha attraversato guerre, spedizioni polari, picnic e giornate lavorative. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu usato per trasportare sangue e medicinali a temperatura controllata nei campi di battaglia. Negli anni '60 divenne simbolo del boom economico, compagno immancabile nelle valigette degli impiegati e nelle cartelle degli studenti. Il suo uso si estese ben oltre il caffè o il tè caldo: il Thermos divenne fondamentale anche per la conservazione di alimenti freddi, zuppe, latte per bambini e persino vaccini in zone isolate del mondo.
La scienza dietro il Thermos
Il principio che regge il funzionamento del Thermos è semplice e geniale. Le due pareti (oggi spesso in acciaio inossidabile o plastica) creano una barriera in cui è stato rimosso l’aria, impedendo il passaggio del calore. Alcuni modelli sono rivestiti internamente da superfici riflettenti per ridurre anche il trasferimento per irraggiamento. Grazie a questi accorgimenti, un liquido può mantenersi caldo o freddo anche per 24 ore.
Questa tecnologia, apparentemente semplice, ha ispirato altre invenzioni: dai contenitori criogenici ai serbatoi per carburanti spaziali, fino ai moderni thermos intelligenti dotati di sensori per la temperatura.
Un oggetto ancora attuale
In tempi in cui la sostenibilità è centrale, il Thermos vive una seconda giovinezza. Evita lo spreco di bicchieri usa e getta, consente di portare con sé bevande fatte in casa, e riduce i consumi energetici legati al riscaldamento e raffreddamento degli alimenti. Inoltre, si adatta alle abitudini moderne: esistono modelli con infusori per tè, termometri digitali, e design minimalisti che strizzano l’occhio al fashion.