Ogni giorno, migliaia di aerei solcano i cieli alla stessa, identica altitudine: circa 10.000 metri, ovvero tra i 9.000 e gli 11.000. Ma perché proprio questa quota? Non è una scelta casuale né un limite tecnico imposto dalla tecnologia: è il frutto di un equilibrio perfetto tra efficienza, sicurezza e comfort.
L’altitudine di crociera degli aerei commerciali non è stata scelta a caso, ma è il risultato di decenni di ricerca e ottimizzazione. Volare a circa 10 chilometri di altezza permette agli aerei di consumare meno carburante, evitare la maggior parte delle turbolenze e volare sopra la maggior parte dei fenomeni meteorologici. In pratica, è la zona d’oro del cielo.
Una questione di aria (e pressione)
A 10.000 metri di altezza, la densità dell’aria è circa un terzo rispetto a quella al livello del mare. Questo significa che l’aereo incontra meno resistenza durante il volo, e può quindi risparmiare carburante. Un vantaggio non da poco, considerando che il carburante è una delle voci di spesa principali per le compagnie aeree.
Tuttavia, c'è un compromesso: più l’aria è rarefatta, meno ossigeno è disponibile. Per questo le cabine sono pressurizzate, ovvero dotate di sistemi che mantengono all’interno una pressione simile a quella che si trova a circa 2.400 metri d’altezza, più tollerabile per il corpo umano.
Fuori dalle turbolenze, lontano dalle tempeste
Salendo in quota, gli aerei evitano gran parte dei fenomeni meteorologici pericolosi come temporali, pioggia, nebbia e turbolenze. Le perturbazioni più intense si trovano infatti negli strati inferiori dell’atmosfera, sotto i 6.000 metri. Volare più in alto significa quindi anche viaggiare in modo più stabile, con minori disagi per i passeggeri e una maggiore sicurezza per il velivolo.
Questione di traffico… aereo
Volare tutti a quote simili consente un controllo del traffico aereo più efficiente. Gli aerei vengono “spaziati” su più livelli, ciascuno separato da circa 300 metri di altitudine. Questo consente agli enti di controllo di gestire migliaia di voli contemporaneamente in totale sicurezza, riducendo al minimo il rischio di collisioni.
Perché non si vola più in alto?
Ci si potrebbe chiedere: se in alto si consuma meno e ci sono meno turbolenze, perché non salire ancora di più? In realtà, esiste un limite pratico. Più si sale, più l’aria è rarefatta, e quindi i motori faticano di più a funzionare correttamente. Inoltre, serve maggiore energia per mantenere la pressurizzazione della cabina, e l’aereo deve essere costruito per sopportare differenze di pressione sempre più elevate.
Oltre i 12.000 metri, volare diventa inefficiente e rischioso per un aereo di linea standard. Per questo, il range tra i 9.000 e gli 11.000 metri è considerato il punto ottimale.
Curiosità: gli aerei militari e i jet privati
Alcuni aerei militari o jet privati possono superare abbondantemente i 15.000 metri. Ma si tratta di velivoli progettati per missioni specifiche, con materiali e tecnologie molto diverse da quelli degli aerei commerciali.
Un esempio celebre è lo SR-71 Blackbird, un aereo spia americano capace di volare a oltre 26.000 metri di altitudine e a velocità superiori a Mach 3. Ma si tratta di eccezioni, non della regola.