Chiunque abbia fatto un bagno caldo o tenuto le mani nell’acqua per più di cinque minuti ha notato lo stesso effetto: le dita si coprono di pieghe e diventano rugose, come prugne secche. Per decenni si è pensato che fosse un semplice effetto dell’acqua che “gonfia” la pelle. Ma la verità è molto più sorprendente.
Non è l’acqua a “sciupare” la pelle
Per anni si è ritenuto che l’effetto fosse dovuto all’osmosi, cioè all’assorbimento di acqua negli strati superficiali della pelle. Ma esperimenti recenti hanno smentito questa teoria. In realtà, le dita si raggrinziscono per un meccanismo attivo del nostro corpo, controllato dal sistema nervoso autonomo.
Uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che se i nervi delle dita vengono danneggiati, le pieghe non si formano più, anche se le mani restano in acqua. Questo significa che il cervello invia un segnale preciso ai vasi sanguigni, che si restringono facendo ritirare la pelle in certi punti, creando le classiche pieghe.
Ma a cosa serve tutto questo?
Secondo alcuni scienziati, il motivo sarebbe evolutivo. Le dita rugose migliorerebbero la presa su superfici bagnate o scivolose. Un po’ come i battistrada dei pneumatici.
L’idea è stata confermata da un esperimento condotto nel 2013: le persone con dita raggrinzite riuscivano a maneggiare oggetti bagnati più velocemente rispetto a chi aveva le dita lisce. Un adattamento utile, quindi, per i nostri antenati che vivevano vicino a fiumi, piogge e ambienti umidi.
Una reazione intelligente
In pratica, il nostro corpo attiva volontariamente le pieghe della pelle per affrontare meglio un ambiente acquatico. È una delle rare situazioni in cui una reazione cutanea è coordinata dal sistema nervoso in modo così fine, e in tempi rapidissimi.