Hai in mente una cosa da fare. Ti alzi, ti dirigi verso un'altra stanza e… puff!
Non ricordi più perché sei lì.
Perché succede? È normale? Cosa c’entra una porta con la memoria?
Questa curiosa e frequente esperienza ha una spiegazione scientifica precisa e affascinante, nota come “doorway effect”, ovvero “effetto della soglia”.
Cos’è il "doorway effect"?
Il “doorway effect” è un fenomeno cognitivo secondo cui attraversare una porta fisica (cioè entrare in una stanza diversa) può causare una sorta di “reset” momentaneo della memoria a breve termine.
L’hai vissuto decine di volte: sapevi esattamente cosa volevi fare, ma l’atto stesso di entrare in una nuova stanza fa svanire quell’informazione.
Chi lo ha studiato per primo?
Il fenomeno è stato studiato in modo sistematico dal professor Gabriel Radvansky, psicologo cognitivo dell’Università di Notre Dame (USA).
Nel 2011 ha condotto un esperimento in cui ai partecipanti veniva chiesto di spostare oggetti da una parte all’altra in un ambiente virtuale. Ogni volta che attraversavano una porta, le loro performance mnemoniche crollavano sensibilmente rispetto a quando rimanevano nella stessa stanza.
Conclusione?
Attraversare una soglia fisica segmenta la memoria: il cervello interpreta il cambio di ambiente come una nuova sequenza e tende a “scaricare” le informazioni legate alla scena precedente.
Perché il cervello fa così?
Non è un errore. È un meccanismo di efficienza.
Il nostro cervello processa continuamente una valanga di stimoli. Quando cambia il contesto spaziale, aggiorna il “modello” della realtà, archiviando ciò che era legato alla stanza precedente per far spazio a nuove informazioni rilevanti.
In pratica, ogni ambiente è come un “capitolo a parte”.
Quando cambi stanza, il cervello chiude il capitolo precedente e apre quello nuovo. Se l’informazione che avevi in mente non è considerata cruciale per il nuovo contesto, viene messa da parte (a volte per sempre, a volte per qualche secondo).
Memoria contestuale: come funziona davvero
La nostra memoria non è un hard disk dove salviamo tutto in ordine. È contestuale: ricordiamo meglio le cose se siamo nello stesso luogo dove le abbiamo pensate o vissute.
Per questo:
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Ricordi meglio una parola se ti trovi nello stesso punto dove l’hai letta.
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Ti torna in mente un'idea solo rientrando nella stanza da cui eri uscito.
Il contesto è un indice mentale potente. Cambiarlo può rompere il legame tra l’intenzione e la sua attivazione.
Chi è più colpito dal “doorway effect”?
Il fenomeno colpisce tutti, ma in particolare:
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Chi è stressato o stanco,
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Chi è multitasking o sovraccarico di stimoli,
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Gli anziani (per un calo naturale della memoria di lavoro),
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Le persone che usano molto lo smartphone mentre fanno altre cose.
Come evitarlo o ridurlo?
Ecco alcuni trucchetti pratici per contrastare l’effetto:
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Ripeti mentalmente l’intenzione mentre cammini: “Devo prendere le chiavi”.
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Visualizza l’azione (immagina te stesso che la compi).
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Appunta in breve ciò che devi fare, anche solo con una parola chiave.
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Quando ti dimentichi qualcosa, torna nella stanza in cui hai avuto l’idea: spesso basta quello per ricordare.
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Limita le distrazioni mentre stai per fare qualcosa (telefono, rumori, ecc.).