Il trasporto marittimo è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO?, una quota in rapida crescita man mano che il commercio internazionale si espande. Gran parte delle grandi navi cargo utilizza combustibili fossili pesanti (bunker fuel), ad elevata intensità carbonica e causa di inquinamento atmosferico. Per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’IMO (International Maritime Organization), serve una svolta tecnologica: entra in gioco l’idrogeno verde.
Come funziona una nave a idrogeno
Le navi alimentate a idrogeno sfruttano celle a combustibile (fuel cell) per convertire l’idrogeno in elettricità, producendo solo vapore acqueo come emissione. Il processo prevede:
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Stoccaggio: l’idrogeno, prodotto da elettrolisi dell’acqua usando energia rinnovabile, viene compresso e immagazzinato in tank speciali a bordo.
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Fuel cell: l’idrogeno reagisce con l’ossigeno dell’aria in celle a combustibile, generando corrente continua.
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Motori elettrici: l’energia elettrica alimenta motori di propulsione e sistemi di bordo (elettrificazione completa).
Questo schema garantisce altissima efficienza (oltre il 60 % contro il 40 % dei motori diesel tradizionali) e zero emissioni inquinanti.
I primi prototipi e le rotte pilota
Nel 2025 stanno entrando in assetto operativo i primi prototipi:
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HySHIP, sviluppata dal cantiere norvegese Ulstein, ha completato la prima traversata costiera di prova tra Bergen e Stavanger con un carico di merci leggere.
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AquaLiner, progetto europeo coordinato da Fincantieri, ha inaugurato la rotta pilota tra Trieste e Barcellona, dimostrando autonomia di oltre 500 km.
Entrambe le navi hanno dimostrato la capacità di rifornirsi in porti attrezzati con stazioni di rifornimento a idrogeno e di sottoporsi a manutenzione in banchina senza particolari accorgimenti rispetto alle unità convenzionali.
Vantaggi e sfide ancora aperte
Vantaggi
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Riduzione drastica delle emissioni: CO? = 0, eliminazione di SO? e NO?.
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Silenziosità operativa: motori elettrici che garantiscono comfort e minor impatto acustico.
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Incentivi e regolamentazioni: l’UE ha stanziato fondi per infrastrutture portuali a idrogeno e sgravi fiscali per armatori “green”.
Sfide
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Costo dell’idrogeno verde: ancora superiore rispetto ai combustibili tradizionali, ma in calo grazie alle economie di scala.
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Infrastrutture di rifornimento: servono investimenti consistenti per dotare i porti principali di elettrolizzatori e stazioni di compressione.
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Sicurezza: l’idrogeno richiede sistemi di contenimento avanzati e procedure antincendio dedicate.
Verso un futuro a zero emissioni
Entro il 2030, secondo le previsioni dell’IMO, almeno il 5 % della flotta mondiale potrebbe essere alimentata a idrogeno o e-fuel. La decarbonizzazione del mare non è più un’ipotesi lontana, ma un obiettivo concreto che può trasformare il commercio globale e salvaguardare la salute degli oceani e delle popolazioni costiere.
Con la progressiva diffusione di queste tecnologie e l’adeguamento delle infrastrutture portuali, le navi cargo a idrogeno potrebbero diventare la norma entro metà decennio, ridisegnando per sempre il volto del trasporto marittimo.