Può un uomo attraversare mezzo mondo chiuso in una cassa di legno, come un pacco? Nel 1964 qualcuno ci riuscì. Ed è tutto vero.
Lui si chiama Reg Spiers, è australiano, ha 22 anni e un sogno: tornare a casa da Londra in tempo per il compleanno della figlia. C’è solo un piccolo problema: è completamente al verde. Nessun biglietto aereo. Nessun visto. Nessuna possibilità.
Ma Reg ha una dote che pochi altri hanno: è un atleta professionista di lancio del giavellotto e sa ragionare fuori dagli schemi. Così elabora un piano folle: spedire se stesso per posta aerea, chiuso dentro una cassa di legno. Un viaggio intercontinentale clandestino, 63 ore tra stive gelide, vuoti d’aria, fame, sete, e... doganieri ignari.
Il piano (quasi) perfetto
Il progetto nasce con l’aiuto di un amico, John McSorley, che costruisce per lui una cassa su misura: 1,50 metri di lunghezza, 90 cm di larghezza e 75 di altezza. All’interno: una torcia, una bottiglia d’acqua, qualche barretta energetica, una valigia e... un buco per respirare.
Reg si infila dentro, chiude il coperchio e viene spedito con destinazione Perth, Australia, come "pezzo di carico generico", pagando una piccola tassa per la spedizione. Il tutto dichiarato come materiale fotografico.
Un viaggio tra il gelo e il panico
Il viaggio inizia a Londra e fa scalo a Parigi, Bombay e Singapore. Durante il tragitto, Reg affronta sbalzi di temperatura estenuanti e lunghi momenti di immobilità. In una stiva dell’aereo viene dimenticato per ore sotto il sole cocente. In un altro scalo rimane capovolto per più di 20 minuti, svenendo quasi per mancanza d’aria.
Ma alla fine, miracolosamente, la cassa viene scaricata a Perth e... Reg ne esce illeso, si scrolla la polvere di dosso e torna a casa come se nulla fosse.
Un successo... temporaneo
Per un po’, Reg Spiers divenne una leggenda vivente. I giornali ne parlarono, i tabloid si scatenarono e lui divenne famoso come “l’uomo pacco”. Tutto sembrava finito con un sorriso e una pacca sulla spalla. Ma la sua vita prese una piega molto più oscura.
Negli anni successivi, Spiers si dedicò a traffici meno onorevoli, finendo nei guai con la legge per contrabbando di droga e passando anche del tempo in prigione. La sua epopea da “pacchetto vivente” però, rimane una delle storie più incredibili della storia dei trasporti internazionali.
Perché lo fece davvero?
Alla domanda, Reg ha sempre risposto in modo diretto:
“Non avevo soldi, ma avevo coraggio. E un biglietto per tornare a casa... dentro una scatola.”