Se hai sempre pensato che i camaleonti cambino colore per mimetizzarsi con l’ambiente, non sei solo. È una delle convinzioni più diffuse al mondo… ma è sbagliata!
Il grande equivoco del mimetismo
L’idea che il camaleonte si adatti al colore di ciò che lo circonda per non farsi vedere è diventata un fatto quasi “scolastico”. Ma in realtà, la variazione cromatica del camaleonte ha ben altri scopi, molto più affascinanti e complessi.
La verità è che i camaleonti cambiano colore principalmente per comunicare emozioni, regolare la temperatura corporea o impressionare un rivale o un potenziale partner.
Come funziona davvero il “magico” cambiamento
Il trucco sta nei cristalli nanoscopici presenti nella pelle, in particolare nello strato chiamato iridoforo. Questi cristalli riflettono la luce in modo diverso a seconda della loro disposizione, che cambia grazie a contrazioni muscolari del camaleonte.
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Se i cristalli sono molto vicini tra loro, riflettono colori più scuri (blu/verde).
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Se si allontanano, riflettono colori più chiari (giallo/arancione/rosso).
Non si tratta di pigmenti che si spostano, come molti pensano, ma di una vera e propria manipolazione della luce a livello cellulare!
Emozioni, non mimetismo
Quando un camaleonte è arrabbiato, impaurito o pronto all’accoppiamento, cambia colore. Un maschio in cerca di attenzione può diventare brillante e vivace; un camaleonte stressato può diventare scuro o persino quasi nero.
Anche la temperatura influisce: in una giornata fredda, un camaleonte può assumere una colorazione più scura per assorbire meglio il calore.
Ma allora… si mimetizzano o no?
Sì, ma non nel modo “camaleontico” in cui tutti pensiamo. Alcune specie hanno colori naturali che si fondono bene con la vegetazione, ma il cambiamento attivo di colore non serve principalmente per nascondersi. Quello è un effetto secondario, non lo scopo.