La nostra consapevolezza del nostro corpo, la sensazione che le nostre mani e i nostri piedi siano inequivocabilmente "nostri", è un aspetto fondamentale della nostra esperienza cosciente. Tuttavia, esperimenti affascinanti nel campo delle neuroscienze cognitive hanno rivelato una sorprendente plasticità in questa percezione, dimostrando come il cervello possa essere indotto ad accettare come proprio un arto che in realtà non appartiene al corpo: è il caso dell'esperimento della "terza mano".
Il Protocollo dell'Esperimento della "Terza Mano"
L'esperimento tipico della "terza mano" coinvolge un partecipante seduto di fronte a un tavolo. Le sue mani reali sono nascoste alla vista, mentre una mano artificiale (spesso un guanto riempito o una protesi realistica) viene posta in un punto visibile, di solito di fronte al partecipante e leggermente spostata lateralmente rispetto alla sua linea mediana.
La chiave dell'illusione risiede nella stimolazione sincrona. Lo sperimentatore tocca la mano reale del partecipante (nascosta) e la mano artificiale visibile con due pennelli o strumenti simili, mantenendo la stimolazione il più possibile simultanea e congruente dal punto di vista visivo e tattile. Ad esempio, se il pennello accarezza un dito della mano artificiale, un dito della mano reale viene toccato nello stesso momento.
L'Emergere dell'Illusione di Appartenenza
Dopo alcuni minuti di questa stimolazione sincrona, un numero significativo di partecipanti inizia a sperimentare una forte illusione di appartenenza nei confronti della mano artificiale. Descrivono sensazioni come se la mano finta fosse diventata parte del loro corpo, sentendo il tocco del pennello sulla mano artificiale come se fosse la propria. Possono persino provare un senso di disagio o sorpresa se la mano artificiale viene improvvisamente colpita o minacciata.
Questa illusione è robusta e può essere misurata attraverso diversi indicatori:
- Risposte fisiologiche: La conduttanza cutanea (una misura dell'eccitazione fisiologica) può aumentare in risposta a minacce dirette alla mano artificiale, anche se la mano reale è al sicuro.
- Giudizi soggettivi: I partecipanti riportano di sentire la mano artificiale come più vicina alla loro posizione percepita del corpo e la identificano più facilmente come "loro".
- Errori di localizzazione: Se viene chiesto ai partecipanti di indicare la posizione della propria mano, tendono a spostare la loro indicazione verso la posizione della mano artificiale.
I Meccanismi Neurali Sottostanti
L'esperimento della "terza mano" fornisce preziose informazioni sui meccanismi neurali che sottendono al nostro senso di appartenenza corporea. Diverse aree del cervello sono coinvolte nell'integrazione delle informazioni sensoriali per creare una rappresentazione coerente del nostro corpo:
- Corteccia Parietale Posteriore: Questa regione è cruciale per l'integrazione delle informazioni visive, tattili e propriocettive (la consapevolezza della posizione del corpo nello spazio). Si ritiene che la stimolazione sincrona porti a una convergenza di segnali in questa area, inducendo il cervello a "inferire" che la mano artificiale è la causa delle sensazioni tattili percepite sulla mano reale.
- Corteccia Premotoria: Coinvolta nella pianificazione e nell'esecuzione dei movimenti, questa area sembra giocare un ruolo nell'aggiornamento della rappresentazione corporea. L'illusione della terza mano può influenzare la percezione dello spazio peripersonale (lo spazio immediatamente circostante il nostro corpo), suggerendo un coinvolgimento di questa corteccia nell'incorporazione dell'arto artificiale.
- Integrazione Multisensoriale: L'illusione emerge dalla coerenza temporale e spaziale tra le informazioni visive (vedere la mano artificiale toccata) e le informazioni tattili (sentire la propria mano toccata). Questa integrazione multisensoriale è un processo fondamentale per la nostra percezione del mondo e del nostro corpo al suo interno.
Implicazioni per la Comprensione del Senso di Appartenenza Corporea
L'esperimento della "terza mano" dimostra la natura dinamica e malleabile del nostro senso di appartenenza corporea. Contrariamente a una visione statica, il nostro cervello sembra costantemente aggiornare la rappresentazione del nostro corpo sulla base delle informazioni sensoriali che riceve. Questa plasticità è fondamentale per l'interazione con il mondo e per l'apprendimento di nuove abilità che coinvolgono strumenti esterni.
Connessioni con gli Arti Fantasma
Questo esperimento offre anche spunti interessanti per comprendere il fenomeno degli arti fantasma, la sensazione vivida e spesso dolorosa di un arto che non è più presente (ad esempio, dopo un'amputazione). Si ipotizza che l'illusione della "terza mano" possa attivare circuiti neurali simili a quelli coinvolti nella percezione del proprio corpo, fornendo una potenziale via per alleviare il dolore fantasma attraverso la manipolazione percettiva.