Per generazioni ci siamo sentiti ripetere che i cammelli conservano l’acqua nelle gobbe per affrontare le traversate nel deserto. Un'immagine affascinante e poetica, certo, ma anche completamente sbagliata.
E allora, cosa c’è davvero in quelle gobbe? E come fanno questi animali a sopravvivere per giorni senza bere?
L’origine del mito
L’idea che le gobbe dei cammelli siano “serbatoi d’acqua” risale a secoli fa, ed è probabilmente nata da un’osservazione ingenua: questi animali resistono a lunghi periodi di siccità e hanno gobbe voluminose. La conclusione più ovvia? L’acqua sarà lì dentro.
In realtà, già nel XIX secolo i naturalisti avevano smentito questa teoria. Ma il mito, come spesso accade, è sopravvissuto alla scienza.
La verità: le gobbe sono riserve di grasso
Le gobbe dei cammelli (una nei dromedari, due nei cammelli battriani) non contengono acqua, ma grasso. Fino a 35 kg ciascuna. Questa riserva viene utilizzata come fonte di energia durante i lunghi viaggi nel deserto, quando il cibo scarseggia.
Ecco perché un cammello denutrito ha le gobbe flosce: ha consumato il grasso, non ha “perso acqua”.
Ma allora… come resistono senz’acqua?
Il cammello è effettivamente un campione nella gestione dell’idratazione, ma non perché porta con sé acqua in tasca.
Ecco i suoi superpoteri fisiologici:
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Urina altamente concentrata e feci molto secche, per limitare la perdita di liquidi.
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Può sopravvivere con un aumento della temperatura corporea fino a 6-7 °C, evitando così di sudare durante il giorno.
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Il suo sangue può ispessirsi senza creare problemi circolatori, un fenomeno che in altri animali sarebbe letale.
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Può bere fino a 100 litri d’acqua in una sola volta dopo un periodo di disidratazione, reidratandosi senza danni.
Un vero miracolo dell’evoluzione, adattato ai climi più estremi del pianeta.
E quel grasso... può diventare acqua?
In parte sì. Quando il grasso viene metabolizzato, produce anidride carbonica e acqua, un processo chiamato respirazione cellulare. È una quantità minima, ma utile in condizioni estreme. Tuttavia, non è abbastanza per sostituire il bisogno di bere.