Nel cuore dell’America Centrale, nascosto tra le fitte foreste tropicali e le piantagioni di banane del Costa Rica, si cela uno dei misteri archeologici più affascinanti del mondo: centinaia di sfere di pietra, perfettamente scolpite, che sfidano ogni spiegazione logica. Alcune sono piccole come un pallone da calcio, altre superano i due metri di diametro e pesano fino a 15 tonnellate.
Chi le ha realizzate? Per quale scopo? E soprattutto… come è stato possibile scolpirle con tale precisione, se si tratta di manufatti risalenti a più di 1.500 anni fa?
La scoperta: una piantagione e un carico di mistero
Le sfere vennero scoperte negli anni '30 del Novecento, quando la United Fruit Company stava disboscando ampie aree del sud del Costa Rica per far spazio alle coltivazioni di banane nella zona del delta del Diquís. I lavoratori iniziarono a trovare grandi pietre sferiche, disposte in modo apparentemente intenzionale, spesso in fila, in cerchi o allineate con punti cardinali.
Inizialmente, si pensò a una bizzarria geologica. Ma presto fu chiaro che quelle sfere erano state scolpite a mano da una civiltà ormai scomparsa.
Chi le ha fatte?
Gli studi archeologici attribuiscono le sfere alla cultura precolombiana del Diquís, una popolazione che abitava la regione tra il 400 d.C. e il 1500 d.C., poco prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli. Tuttavia, non esistono testimonianze scritte di questo popolo. Non sappiamo quasi nulla della loro lingua, delle loro credenze o dei loro metodi di costruzione.
Le sfere sono state realizzate principalmente in granodiorite, una roccia vulcanica dura e resistente. Eppure, le superfici sono levigate con una tale precisione da far pensare all’uso di strumenti sofisticati… che però, secondo le nostre conoscenze, non dovevano esistere all’epoca in quella regione.
La precisione sferica: impossibile senza strumenti?
Alcune sfere sono quasi perfettamente rotonde, con margini d’errore inferiori al millimetro. Gli archeologi si interrogano ancora oggi su quali tecniche siano state utilizzate per scolpirle. Si è ipotizzato l’uso di abrasione con sabbia e acqua, ma resta difficile spiegare come possano aver controllato con tale accuratezza la simmetria tridimensionale, in assenza di strumenti di misurazione avanzati.
Anche il trasporto è un enigma: alcune sfere sono state rinvenute a chilometri di distanza dalle cave da cui proviene la roccia. E senza ruote o animali da soma conosciuti nella zona a quell’epoca, il loro spostamento rappresenta un altro punto oscuro.
Teorie e leggende
Nel corso degli anni, le sfere hanno alimentato numerose teorie, dalle più accademiche alle più fantasiose:
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Simboli di potere: secondo alcuni studiosi, le sfere erano simboli di status sociale, collocate all’esterno delle abitazioni dei capi tribù o in centri cerimoniali.
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Allineamenti astronomici: alcune configurazioni suggeriscono che le sfere potessero avere una funzione astronomica, come marcatori del solstizio o del moto degli astri.
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Misteri extraterrestri: come spesso accade con i reperti inspiegabili, c’è chi ha ipotizzato un’origine “aliena”, vedendo nelle sfere un segno di antiche civiltà interplanetarie.
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Portali energetici: secondo esoteristi e sostenitori del mistero, le sfere emanerebbero “energia cosmica” o servirebbero da punti di connessione con altre dimensioni.
Ma nessuna di queste teorie è stata dimostrata.
Patrimonio dell’UNESCO… e tesori perduti
Purtroppo, molte sfere sono state danneggiate, spostate o saccheggiate nei decenni successivi alla loro scoperta. Alcune sono finite nei giardini di politici o imprenditori locali, altre sono andate distrutte nel tentativo di trovarvi tesori nascosti all’interno.
Solo di recente lo Stato costaricano ha avviato politiche di tutela più rigorose. Nel 2014, quattro siti archeologici con sfere di pietra sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Oggi, è possibile vederle nel Museo Nazionale del Costa Rica e nei siti protetti del delta del Diquís.