Era una domenica mattina del 1990 quando Willi Gallacher, appassionato di jogging, uscì a correre nel parco vicino casa, a Glasgow, in Scozia. Nulla di strano: pantaloncini, scarpe da corsa, nessun numero sulla maglietta. Ma mentre percorreva la solita strada, qualcosa gli sembrò insolito: c’erano transenne, folla e altri corridori.
Non sapeva che quel giorno si stava svolgendo la celebre Glasgow Marathon.
Da spettatore... a protagonista
Confuso ma incuriosito, Willi decide di continuare a correre. I volontari lungo il percorso gli fanno cenno di proseguire, il pubblico lo incita. Nessuno si accorge che non è iscritto. E così, metro dopo metro, si trova nel gruppo di testa, davanti a centinaia di atleti veri.
In effetti, correva regolarmente ogni giorno, ed era in ottima forma. Così, decide di andare fino in fondo.
Il traguardo… e la sorpresa
Willi taglia il traguardo tra i primi 50 classificati su migliaia di partecipanti, acclamato come un vero atleta. È solo quando gli chiedono di esibire il numero di pettorale per la classifica che si scopre l’equivoco:
non era iscritto alla gara. Non avrebbe nemmeno dovuto essere lì.
Nessuna sanzione. Anzi...
Gli organizzatori, imbarazzati ma divertiti, decidono di non squalificarlo pubblicamente né denunciarlo, dato che l’errore era stato involontario. Il caso diventa subito una notizia locale ripresa poi da tabloid britannici e sportivi internazionali. Gallacher viene persino invitato a partecipare ufficialmente alla maratona l’anno seguente, con tanto di pettorale personalizzato.
La BBC definì la sua impresa:
“La più scozzese delle imprese: entrare per sbaglio e uscirne con gloria”.