Negli Stati Uniti si trova di tutto, incluse alcune delle leggi più curiose e improbabili del pianeta. Una delle più famose (e incredibili) proviene dalla Florida: sarebbe vietato cantare in pubblico indossando solo un costume da bagno. Ma davvero esiste una norma simile? Scopriamolo insieme.
Una legge (quasi) dimenticata
La legge in questione non è una bufala totale, ma una vecchia norma comunale che, come molte altre in America, è stata scritta decenni fa e poi lasciata cadere nell’oblio senza mai essere ufficialmente abrogata. Secondo alcune interpretazioni, la norma intendeva evitare comportamenti ritenuti “indecorosi” nelle aree balneari più frequentate.
In realtà, questa legge non è più applicata, e se lo è mai stata, lo è stata per brevissimo tempo. Tuttavia, come molte “leggi zombie” statunitensi, è ancora formalmente presente in alcuni archivi normativi locali, anche se nessuno si sognerebbe oggi di farla rispettare davvero.
Perché è nata questa regola?
Negli anni ‘40 e ‘50, molte città della Florida – allora in forte crescita turistica – iniziarono a regolamentare la vita pubblica per preservare il decoro e la moralità. Il canto in costume poteva essere visto come una forma di spettacolo improvvisato o addirittura di provocazione. Il costume da bagno, specie quello femminile, era ancora oggetto di discussione morale e religiosa in molti Stati americani.
Insomma, una norma figlia del suo tempo, più che un divieto concreto con valore oggi.
Oggi: libertà (quasi) assoluta… ma attenzione alle ordinanze locali
Oggi in Florida è perfettamente normale vedere cantanti, artisti di strada e turisti esibirsi anche in spiaggia, spesso indossando solo costumi succinti. Tuttavia, alcune città mantengono regolamenti locali che vietano comportamenti "disturbanti" o "osceni", interpretati soggettivamente.
Questo vuol dire che, sebbene non sia più illegale cantare in costume, è comunque possibile incorrere in sanzioni se l’atteggiamento viene considerato molesto, per esempio per il volume o per la natura della performance.
