Una UE più ecologica ed a mobilità sostenibile è certamente un progetto ambizioso per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti, il che potrebbe portare a una diminuzione graduale dell'uso di veicoli alimentati a combustibili fossili. Già nel dicembre 2020, l'UE ha adottato l'"European Green Deal", un piano di azione ambizioso volto a raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Tra le misure previste nel piano ci sono nuove norme sulle emissioni di CO2 per i veicoli e l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 90% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. Nonostante numerosi siano i problemi riguardante un cambiamento strutturale verso questa direzione l'Unione Europea sta lavorando per raggiungere obiettivi di zero CO2, stabilendo norme più severe sulle emissioni di gas di scarico e incoraggiando la produzione e l'uso di veicoli a emissioni zero. Questi piani sono motivati dal bisogno di ridurre l'inquinamento atmosferico, migliorare la salute pubblica e combattere il cambiamento climatico. Così, il Parlamento europeo, quattro giorni fa, ha definitivamente approvato a maggioranza – 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astensioni – l'accordo sul taglio delle emissioni di CO2 per auto e veicoli commerciali leggeri e in aggiunta, è stato avviato l'iter di revisione del regolamento per le emissioni di CO2 anche per gli autobus e per i camion. Nonostante tale decisione rappresenti una svolta importante per abbattere le emissioni inquinanti ad effetto serra prodotte da autovetture, tale intervento dell'UE ha sollevato numerose critiche dal mondo dell'industria (ma anche politiche) relativamente ai rischi e alle ricadute in termini occupazionali della messa al bando in Europa dei motori endotermici. L'Amministratore Unico della società pubblica SFBM (Gruppo GSE) -il Prof. Marco Mele- nonché professore associato di Politica Economica, ha affermato che tale scelta avrà sicuramente una ricaduta negativa sul livello occupazionale del nostro paese, stimando una perdita di posti di lavoro dell'ordine delle 70000 unità. La cosa più grave, secondo l'economista, è che tale perdita di posti di lavoro, non sarà compensata dalle nuove figure professionali nel mercato delle auto elettriche (stima circa 6000 posti) dal momento che sono poche le case automobilistiche (e quindi anche l'indotto) che hanno orientato la loro produzione sull'elettrico. Al contrario, afferma il Prof. Mele, si dovrebbe procedere verso un cambiamento strutturale a zero emissioni che passi, in maniera graduale, da un maggior utilizzo di auto a metano e bio-metano verso la vera rivoluzione che potrebbe essere quello del motore endotermico ad idrogeno. In tal modo, si garantirebbe da subito una riduzione delle emissioni e attraverso investimenti strutturali, anche la salvaguarda dei posti di lavoro.
Economia e Finanza
UE e stop auto benzina-diesel. Per il Prof. Mele una scelta affrettata
Per il Prof. Mele della SFBM (Gruppo GSE) bisognerebbe puntare maggiormente sul metano e bio-metano scommettendo, in futuro, sul motore endotermico ad idrogeno.
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Pubblicato in data 19-02-2023 | hits (930) | da: PesaroLorenzo
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