Sembra fantascienza, e invece è già realtà. Un numero crescente di startup e centri di ricerca sta sviluppando macchine capaci di estrarre acqua potabile direttamente dall’aria, sfruttando l’umidità atmosferica anche nei luoghi più aridi del pianeta.
Una delle tecnologie più promettenti arriva da Watergen, un’azienda israeliana che ha progettato un dispositivo capace di produrre fino a 5.000 litri di acqua al giorno, semplicemente assorbendo l’umidità presente nell’atmosfera. Il principio alla base è simile a quello di un condizionatore d’aria: l’aria viene aspirata, raffreddata fino a condensare il vapore acqueo, che viene poi filtrato, mineralizzato e reso sicuro da bere.
Anche il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha contribuito con un sistema innovativo basato su materiali porosi chiamati MOF (Metal-Organic Frameworks), che riescono ad assorbire l’umidità anche in deserti dove l’umidità è inferiore al 20%.
Queste macchine potrebbero rivoluzionare l’accesso all’acqua potabile in zone colpite da siccità, disastri naturali o guerre. Pensiamo a rifugiati, villaggi isolati o isole senza fonti idriche: con questi dispositivi, basterebbe solo elettricità e aria per ottenere acqua pura.
Alcuni modelli funzionano persino con pannelli solari, rendendoli completamente autonomi e sostenibili.
Il sogno di creare acqua dal nulla non è più un miraggio: è un’idea già in funzione, con un potenziale immenso per il futuro del pianeta.