In un mondo che cerca disperatamente soluzioni per contrastare il cambiamento climatico, arriva dal mare una risposta tanto semplice quanto rivoluzionaria: le alghe marine. Negli ultimi mesi, diversi studi pubblicati da istituzioni come il MIT, la Stanford University e la FAO hanno rilanciato con forza un dato sorprendente: alcune specie di macroalghe sono in grado di assorbire CO? atmosferica fino a 30 volte più rapidamente delle foreste terrestri.
Ma non si tratta solo di dati scientifici: stanno nascendo vere e proprie "fattorie oceaniche" che coltivano alghe con lo scopo dichiarato di catturare anidride carbonica e contribuire a rallentare il riscaldamento globale.
Le alghe: fabbriche verdi sommerse
A differenza delle piante terrestri, le alghe non richiedono irrigazione dolce né fertilizzanti chimici. Crescono velocemente, senza consumare suolo agricolo, e trasformano direttamente la CO? disciolta in acqua in biomassa. Questo le rende candidati ideali per i nuovi progetti di sequestro naturale del carbonio.
In particolare, specie come la kelp gigante (Macrocystis pyrifera) possono crescere fino a 50 centimetri al giorno. Immagina intere foreste sottomarine che, anziché produrre legname, immagazzinano CO? in quantità impressionanti. Alcune startup stanno già sviluppando sistemi per trasportare le alghe mature in profondità oceaniche, dove affondano naturalmente, imprigionando il carbonio per secoli.
Un mercato in pieno boom
Nel 2024, secondo i dati della società di analisi MarketsandMarkets, il settore dell’ocean farming sostenibile ha superato i 16 miliardi di dollari, con una crescita prevista del 12% annuo. Aziende come Running Tide (USA), Sea6 Energy (India) e Ocean Rainforest (Isole Faroe) stanno sviluppando tecnologie per coltivare alghe in alto mare, anche in acque profonde, sfruttando ancoraggi mobili e piattaforme galleggianti gestite via satellite.
Non si tratta solo di un progetto ambientalista: le alghe sono anche una risorsa alimentare, cosmetica e industriale, impiegata in settori che spaziano dai fertilizzanti naturali ai biocarburanti.
Progetti pilota anche in Europa
Nel 2025 sono attivi nuovi progetti anche in Italia, Francia e Norvegia. La startup italiana Phycobloom ha annunciato la sperimentazione di coltivazioni di alghe in Adriatico, in collaborazione con l’ENEA. In Francia, il governo ha appena stanziato fondi per incentivare l’utilizzo delle alghe come risorsa per l’industria tessile sostenibile e per l’assorbimento delle emissioni industriali.