Immagina di vivere in una casa che, entrando dalla porta di casa, ti porta in un Paese diverso da quello in cui avevi parcheggiato l’auto. Benvenuti a Baarle, un agglomerato urbano che si estende in due Stati e nasce da un groviglio di 22 enclave e contingenze storiche. Baarle-Nassau fa parte dei Paesi Bassi, Baarle-Hertog del Belgio: un vero e proprio rompicapo geografico. Scopriamo insieme come sia nata questa situazione incredibile e quali effetti abbia sulla vita quotidiana dei suoi abitanti.
Le radici storiche di un confine complesso
Nel Medioevo, la contea fiamminga di Breda (oggi nei Paesi Bassi) aveva due spezzoni di territorio spartiti tra signorie e feudi. Alla morte di Guglielmo di Gheldria nel 1190, i conflitti per l’eredità portarono a una frammentazione: una parte del territorio rimase sotto la giurisdizione del Ducato di Brabante (oggi Belgio), l’altra sotto i Conti di Nassau (oggi Paesi Bassi). Nel corso dei secoli, le diverse divisioni ereditarie e gli scambi di feudi non riscrissero mai un confine netto, ma anzi crearono una fitta trama di “pezzettini” di terra.
Solo nel 1843, dopo la guerra d’indipendenza belga (1830-1839), le autorità decidono di formalizzare i confini fra le Province Unite (Paesi Bassi) e il Regno del Belgio: nasce il Trattato di Maastricht. Tuttavia, ciascuna enclave doveva restare intatta: i pezzi di territorio già posseduti da nobili belgi rimasero enclave del Belgio all’interno dei Paesi Bassi, e viceversa. Da allora, Baarle resta un mosaico di confini interni, con 22 enclave belghe all’interno di Baarle-Nassau e sette mini-enclave olandesi incastonate al loro interno.
Come sono fatte le enclave di Baarle
Le enclave belghe (Baarle-Hertog) sono in tutto 22: alcune consistono in piccoli appezzamenti agricoli, altre contengono intere strade, edifici o abitazioni. All’interno di queste enclave si trovano sette enclave olandesi (Baarle-Nassau), di dimensioni sempre ridotte e spesso inglobate in edifici. In pratica:
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Baarle-Hertog (Belgio): 22 lisce aree di terra sparse all’interno di Baarle-Nassau.
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Baarle-Nassau (Paesi Bassi): comprende la porzione olandese “normale” e sette mini-enclave circondate dal territorio belga.
Le mappe tradizionali sembrano un disegno geometrico in cui linea di confine, recinzioni e recinti si intrecciano, spesso attraversando case, giardini e strade. A volte, una stessa abitazione è divisa dal confine: il salotto in Belgio, la camera da letto nei Paesi Bassi. Anche il marciapiede stesso può essere spaccato tra due nazioni.
Vita quotidiana in una città spezzettata
Chi abita a Baarle affronta ogni giorno situazioni surreali:
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Numero civico e leggi: una casa con doppio ingresso può avere due numeri civici e rispondere a regolamenti diversi, a seconda del lato di ingresso. Per esempio, l’ora dell’immondizia o le festività nazionali possono cambiare di un passo.
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Tassa sui rifiuti e servizi: le utenze domestiche (acqua, spazzatura, posta) dipendono da quale enclave si trova l’indirizzo. Chi vive in un balcone che si affaccia su Belgio paga tariffe belghe, mentre il proprietario del giardino sul lato olandese segue le regole dei Paesi Bassi.
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Patrono cittadino: Baarle-Hertog festeggia il 15 novembre (Saint Albert), Baarle-Nassau l’11 luglio (Giorno di Cilles). In pratica, due carnevali, due processioni religiose, due celebrazioni con fuochi artificiali e manifestazioni distinte.
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Polizia e servizi di emergenza: in caso di emergenza, il numero da chiamare dipende dal lato del confine. Le ambulanze belghe e olandesi collaborano, ma se arrivano dal lato “sbagliato” devono attendere l’autorizzazione per entrare nell’enclave opposta.
La popolazione locale ha imparato a convivere con questa suddivisione: i cartelli stradali indicano chiaramente quando si passa da uno Stato all’altro, ma le auto non fermano mai l’arrivo al confine. I residenti ridono della situazione, chiamandola affettuosamente “Il Paese delle Porte Aperte”.
Un’attrazione turistica senza paragoni
L’assurdità di Baarle ha attirato curiosi da tutto il mondo. Le mappe turistiche vendute nelle edicole locali sono infarinate di segni rossi e blu, a indicare i confini bleu-belgio e rosso-olandese. Le guide consigliano:
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Camminare lungo il confine: molte case e negozi mostrano la linea di confine sulla facciata, spesso con una striscia nera o una piccola targa.
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Visitare la chiesa del confine: la chiesa di San Pietro sorge esattamente al margine delle due nazioni, con l’altare in Belgio e la porta principale nei Paesi Bassi.
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Osservare i campi divisi: in certe fattorie, un lato del campo è piantato a segale (pagata a prezzo olandese), l’altro a orzo (valutato a prezzo belga).
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Provare un “doppio pranzo”: molti ristoranti offrono menù diversi a seconda del lato del tavolo dove ti siedi, con piatti tipici fiamminghi e olandesi.
Implicazioni amministrative e legali
Le amministrazioni di Baarle-Nassau e Baarle-Hertog collaborano strettamente per coordinare servizi pubblici, raccolta rifiuti, scuola e stampa dei giornali. Gli uffici anagrafici hanno un database comune, ma ogni cittadino è registrato in base all’enclave di residenza. Ciò significa che:
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Imposte locali: due famiglie nella stessa via, a pochi metri di distanza, possono pagare aliquote fiscali diverse.
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Scuola e lingua: i residenti di Baarle-Hertog parlano fiammingo e seguono il calendario scolastico belga; da Baarle-Nassau si insegna in olandese con festività olandesi.
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Vaccini e sanità: fino al 2020, le campagne vaccinali avvenivano secondo due piani sanitari nazionali, creando disagi: in caso di emergenza, un residente di un’enclave doveva recarsi al centro vaccini del proprio Paese.
Negli ultimi anni, molte procedure sono state semplificate per evitare doppie iscrizioni o ritardi nella fornitura di servizi essenziali. Oggi, i comuni condividono infrastrutture come piste ciclabili, biblioteche e centri sportivi, eliminando quasi ogni distinzione pratica.
Come è cambiata la situazione nel tempo
Nel corso del XX secolo, i conflitti tra i due governi furono quasi inesistenti: il mantenimento delle enclave divenne un simbolo di convivenza pacifica tra Paesi Bassi e Belgio. Gli anni ’60 e ’70 videro un aumento del turismo, tanto che si iniziò a puntellare la cooperazione:
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Nel 1975 un accordo permise ai residenti di attraversare il confine senza passaporto fino al 2008, quando l’area entrò nello Spazio Schengen.
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Negli anni 2000 furono istituiti progetti comuni per promuovere l’economia locale: mercati agricoli transfrontalieri, fiere dell’artigianato e festival culturali.
Oggi Baarle è un simbolo di cooperazione transnazionale, citato in molti studi di geopolitica come esempio di “confine amichevole” e integrazione europea.
Curiosità finali
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Un punto molto fotografato è il lampione in Via Grensstraat, il cui stelo è piantato in Belgio, ma l’interruttore si trova nei Paesi Bassi.
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Alcuni negozi espongono due prezzi per lo stesso prodotto: uno in euro-belga, uno in euro-olandese, perché le tasse locali differiscono.
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Gli appassionati di sport assistono a partite di calcio in cui la metà del campo è in Belgio e l’altra metà nei Paesi Bassi: due federazioni arbitrano contemporaneamente.