Hai mai notato il bordo delle monete? Alcune sono lisce, ma molte (soprattutto quelle da 1 e 2 euro) hanno un bordo zigrinato o inciso. Non si tratta solo di una scelta estetica o tattile. È un dettaglio che affonda le radici in una delle battaglie più antiche dell’economia: quella contro i falsari e i truffatori.
Quando il metallo era il valore
Nell’antichità e fino all’età moderna, le monete erano fatte di metalli preziosi: oro, argento, rame. Il loro valore era legato direttamente al peso del metallo. Ed è qui che entra in gioco la furbizia umana.
I truffatori dell’epoca scoprirono che limando leggermente i bordi delle monete, potevano sottrarre minuscole quantità di metallo prezioso. Se fatto su larga scala, diventava un’attività redditizia e… quasi invisibile.
La risposta: incidere i bordi
Per contrastare questo fenomeno (noto come “clipping”), nel XVII secolo le zecche europee iniziarono a produrre monete con bordi zigrinati, incisi o decorati. Qualsiasi tentativo di limatura diventava così immediatamente visibile.
Fu Isaac Newton, nel suo ruolo di direttore della Zecca Reale Britannica, a rendere questa pratica sistematica. Sì, proprio lo scienziato della mela! Oltre alla gravità, contribuì anche a rendere le monete più sicure.
Una tradizione che sopravvive
Oggi le monete moderne non hanno più un valore legato al metallo (sono fiduciarie, cioè valgono per convenzione), ma il bordo zigrinato è rimasto. Per:
-
motivi storici,
-
sicurezza anti-contraffazione,
-
riconoscibilità tattile, soprattutto per i non vedenti.
Inoltre, molte banche centrali usano pattern differenti per distinguere facilmente i tagli e scoraggiare imitazioni.