ENRICO NADAI--IL POLITICO

Si sa, quando si praticano certe professioni è obbligatorio stare ben vigili alle richieste del pubblico, dimostrando all’occorrenza una certa arrendevolezza, soprattutto quando si viene sollecitati a compiere azioni esagerate e ridicole che potrebbero costare non poche prese in giro. Nell’isola di Lilire (il significato etimologico lo si ricava dal sanscrito ‘li’, leccare, ed il latino ‘ire’, viaggiare, dunque: leccare-leccare-viaggiare) siamo in tempo di elezioni: ci si intenda, elezioni democratiche. I politici s’ingegnano con affanno a definire e ridefinire i loro programmi elettorali rendendoli, con gli opportuni ritocchi, su perfetta misura delle ultime esigenze dell’elettorato. Una convulsa lotta si sta giornalmente disputando fra i tre favoriti: Trombettini, Porinelli e Laborucci. Degli ultimi due non è interessante parlare come del primo, Trombettini, fondatore del rivoluzionario sistema propagandistico del trombettinismo. Allievo dello Scuparelli presso la Chick University nel North Carotaina, il Nostro è un notevole esempio di come una teoria filosofico-politica complessa ed apparentemente elitaria, possa essere intelligentemente inserita in un ordine governativo concreto, meravigliando uomini e donne di tutto il mondo i quali stanno affollando le librerie per acquistare la sua opera, The philosophy of Trombettini. A practical guide. Vol.1, giunta dopo pochi mesi dalla pubblicazione alla cinquantaquattresima edizione. È difficile riassumere in poche righe lo spessore teoretico dell’intera opera trombettiniana, anche perché non è ancora stata divulgata per intero: il volume summenzionato, infatti, fa parte di uno scritto più ampio e ricco (i correttori di bozze hanno spifferato sia fittissimo, forse più di 17.000 pagine) in sei volumi, in cui nel primo (di 2.500 pagine) si affronta solamente la questione relativa alle modalità con cui dev’essere svolta la propaganda. Senza volerci addentrare troppo tra le complessità dell’opera, su cui sta già elucubrando un’enclave di studiosi più competenti di chi vi scrive, tengo a sottolineare il ruolo che nel pensiero dell’Autore, per quanto mi è parso ad una prima lettura, ha il concetto di ‘Transparency’. Secondo Trombettini durante tutto il corso della campagna elettorale il politico sarà tenuto a rendere pubblico ogni aspetto della sua vita affinché sia chiaro che egli è una persona perbene, rispettando inoltre le richieste assennate che con maggiore frequenza gli vengono poste dagli spettatori/futuri elettori. Ed è quanto lo stesso Trombettini sta facendo a Lilire con enorme successo, mostrando a tutto il popolo la sua probità, continuando a girovagare con una telecamerina poco ingombrante connessa ad un’asta che gli cinge il bacino e per tutta la giornata lo riprende a figura intera, mentre su un orologio di grandi dimensioni, posto sul polso, legge le richieste delle persone inverando quelle che vanno per la maggiore. In questo modo, per il teorico liliriano, non solo si è sicuri della serietà in termini di agire politico da parte del candidato, ma si dà prova anche del suo impegno quotidiano nelle faccende casalinghe, del suo modo di trattare la moglie (statistiche riportano l’importanza per il pubblico/elettorato femminile, a scopi meramente politici, della durata nel far raggiungere l’orgasmo alla consorte), del rapporto con i figli, di quello con l’ambiente esterno, delle posizioni in cui preferisce evacuare e, ovviamente non ultimo, del modo di rispettare diligentemente il volere del popolo sovrano di cui sarà forse il primo rappresentante. Tutto questo a costo di qualche presa in giro, specialmente perché il basso ventre del Trombettini, che spesso gli spettatori/futuri elettori gli chiedono di mettere in bella mostra, non è certo cosa di cui lui possa andare molto orgoglioso.ENRICO NADAI

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enriconadaiblog.wordpress.com

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